Il 14 settembre 2024, la prestigiosa Villa Contarini di Piazzola sul Brenta è stata teatro della prima edizione di TEDx Piazzola sul Brenta, dal titolo evocativo “Goccia a goccia”. Tra i protagonisti dell’evento c’eravamo anche noi, con un intervento che ha messo sotto i riflettori il valore del nostro territorio e il progetto LIFE Brenta 2030.
In questa cornice prestigiosa, Mauro Masiero, professore associato dell’Università di Padova e presidente di Etifor (entrambi partner del progetto), è salito sul palco per parlare di un tema cruciale e affascinante, strettamente legato al territorio e al futuro delle risorse naturali. La sua presentazione, intitolata “Perdersi per ritrovarsi”, ha messo in luce l’importanza del Parco Fiume Brenta e del progetto LIFE Brenta 2030, un esempio innovativo di gestione sostenibile delle risorse idriche e naturali.
150 miliardi di bicchieri d’acqua: un patrimonio da proteggere
Ci sono gesti semplici, che ripetiamo meccanicamente ogni giorno, come aprire un rubinetto. Dietro a quei gesti ci sono domande importanti che invece non ci facciamo mai. Da dove arriva l’acqua che beviamo? E quanto lavoro di natura e persone c’è dietro ad ogni singolo bicchiere?
Quante volte vi è capitato di sentire l’espressione “perdersi in un bicchiere d’acqua”?
E se fossero 150 miliardi di bicchieri? Probabilmente ci girerebbe la testa!
150 miliardi di bicchieri d’acqua è la quantità di acqua che ogni anno viene estratta dal Lago di Camazzole, un bacino che fornisce acqua a un terzo della popolazione del Veneto. Il Lago di Camazzole fa parte della Rete Natura 2000, un contesto naturalistico fondamentale per garantire la qualità dell’acqua.
Qualità dell’ambiente = qualità dell’acqua
Un’equazione delicata, facile da sbilanciare. Il territorio, densamente popolato e ricco di attività produttive e agricole, oltre ad essere molto frequentato d’estate, ha sofferto per l’assenza di un ente gestore capace di mantenerlo e migliorarlo. Negli anni, le risorse pubbliche destinate alla sua tutela sono progressivamente diminuite. Gestire 150 miliardi di bicchieri d’acqua non è semplice.
Non si tratta solo di questioni ingegneristiche come prelievi o portate, ma di assicurare che quest’acqua sia sempre disponibile nella quantità e qualità desiderata, evitando impatti negativi. Per questo è necessario:
- Garantire la reintegrazione delle quantità prelevate;
- Prevenire l’abbassamento della falda, considerando anche i cambiamenti climatici;
- Evitare lo stress delle aree umide dovuto alle alterazioni climatiche;
- Impedire l’inquinamento della falda, in un Veneto già hotspot di PFAS, sostanze inquinanti e cancerogene.
La Commissione Europea riflette su questi temi da anni. Già nel 2000 ha approvato la Direttiva Quadro sulle Acque (approfondisci qui), che stabilisce l’obiettivo di garantire uno stato di conservazione buono o superiore per le acque superficiali (fiumi e laghi) e sotterranee (falde), promuovendo una gestione sostenibile. Tuttavia, dopo 24 anni, meno della metà delle acque superficiali europee ha raggiunto questo obiettivo, portando a un uso sempre più intensivo delle risorse. Come uscire da questo circolo vizioso? Servono tre elementi fondamentali:
- Buone idee e soluzioni efficaci;
- Risorse economiche;
- Meccanismi di governance per gestirle.
Soluzioni basate sulla natura
Per realizzare questa triade, nel 2019 è stato avviato il progetto LIFE Brenta 2030, che nel territorio del Medio Brenta ha riunito una rete di attori (gestori del servizio idrico, Consiglio di Bacino Brenta, Università di Padova e imprese locali) per integrare acqua potabile, natura e biodiversità.
Di quali soluzioni parliamo?
Albert Einstein diceva: “Tutto ciò che puoi immaginare, la natura lo ha già realizzato.” Seguendo questo principio, il progetto ha cercato di imitare la natura, creando nuove aree verdi e soluzioni basate sulla natura, che ricaricano la falda e offrono benefici collettivi:
- Aree forestali di infiltrazione, come Bosco Limite, che non solo ricaricano la falda ma catturano CO₂, producono legna da ardere e ospitano attività come un asilo nel bosco;
- Prati stabili e seminaturali, tipici del nostro territorio, trattati con concimazione naturale e capaci di agire come spugne naturali.
Ma dove trovare le risorse?
La Direttiva Acque si basa su un principio chiave: chi inquina o utilizza, paga. Questo principio di responsabilità condivisa prevede che chi usa l’acqua contribuisca proporzionalmente al mantenimento della sua qualità. Attraverso la tariffa idrica, è possibile cofinanziare queste soluzioni. In Europa, pochi lo fanno, e ancor meno lo fanno in modo sistematico.
Grazie al progetto LIFE Brenta 2030, è stato identificato un ente gestore per l’area Natura 2000: il Consiglio di Bacino Brenta, che gestisce acqua e rifiuti lungo l’intero bacino, rappresentando i due termini dell’equazione. (leggi la notizia qui)
Questo principio di responsabilità condivisa prevede che chi usa l’acqua contribuisca proporzionalmente al mantenimento della sua qualità.
Dietro ogni bicchiere d’acqua si cela uno sforzo immenso, da parte della natura e delle persone. Immaginate un’etichetta che dica chiaramente: “Bevi responsabilmente.”
Guarda l’intervento al link qui sotto!
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