Completamento dei lavori di ripristino ecosistemico del fiume: curare la natura per proteggere la nostra acqua
Sono in fase di ultimazione gli interventi previsti nell’ambito del progetto europeo LIFE Brenta 2030 che prevede la realizzazione e la riqualificazione di una serie di habitat delicati e preziosi tipici del medio corso di un fiume come il Brenta, ma resi rari dalla pressione antropica. Gli obiettivi raggiunti e i prossimi step sono stati illustrati giovedì 7 dicembre 2023 nel corso di una conferenza stampa presso il Salone Nobile di Villa M. Cappello, a Cartigliano – VI.
Sono intervenuti alla conferenza:
● Germano Racchella, Sindaco di Cartigliano
● Luca Pierobon, Presidente del Consiglio di Bacino Brenta
● Flavio Frasson, Presidente del Consiglio di Gestione di Etra
● Morena Martini, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Etra
● Alessandro Leonardi, Amministratore Delegato di ETIFOR | Valuing Nature
● Tommaso Sitzia, Università di Padova – Dipartimento TESAF
A seguire i partecipanti hanno preso parte a una passeggiata con i ricercatori dell’Università di Padova in uno degli impianti più rappresentativi del progetto in località “Le Basse del Brenta” a Cartigliano.
Comunicato stampa
Cittadella 7.12.2023 – Sono in fase di ultimazione i lavori di ripristino ecologico previsti nell’ambito del progetto europeo LIFE Brenta 2030 che a partire da questa estate hanno visto la realizzazione e la riqualificazione di habitat preziosi e tipici del medio corso di un fiume come il Brenta, resi rari e precari a causa della pressione antropica.
LIFE Brenta 2030 si sta impegnando attivamente nella cura del fiume attraverso una serie di azioni: dalla ridefinizione delle sponde dei fiumi e dei bacini idrici al ripristino degli ecosistemi a rischio, come le preziose zone umide, fino alla piantumazione di nuove specie arboree per arricchire i prati già esistenti e alla creazione di nuovi boschi e spazi verdi. Questo impegno include anche la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili, insieme alla corretta segnaletica per favorire la fruizione di queste aree.
Gli interventi di conservazione sono stati effettuati in quattro siti all’interno dell’areale del Medio Brenta (che si estende da Bassano del Grappa a Padova) tra cui il lago di Camazzole a Carmignano di Brenta, un’area strategica a livello regionale per i prelievi idropotabili.
Conclusa la fase di preparazione dei siti e movimentazione terra, si sta attualmente completando la messa a dimora delle piantine a Nove, Tezze e Cartigliano. La piantumazione a Carmignano di Brenta, nelle zone esposte alle variazioni del livello del lago, sarà pianificata in base alle condizioni climatiche.
«Il progetto LIFE Brenta 2030, grazie all’importante finanziamento della comunità europea e all’impegno dei numerosi partner di progetto, rappresenta un valido esempio di come ci si può prendere cura di un’area di elevatissimo pregio ambientale che è parte della rete Natura 2000 – spiega Tommaso Sitzia del Dipartimento TESAF dell’Università degli Studi di Padova – Il prezioso sforzo integrato messo in campo dal progetto ha permesso di porre le basi per un concreto miglioramento della gestione dell’area protetta “Grave e zone umide della Brenta”. Grazie al progetto sono inoltre stati riqualificati habitat di interesse comunitario e di specie su una superficie di quasi 20 ettari mediante il rimodellamento del terreno e la piantumazione di molte specie erbacee e legnose di pregio».
IL PROGETTO
Il progetto LIFE Brenta 2030, iniziato nel 2019 e in conclusione a settembre 2024, gode di un budget di 2,6 milioni di euro (di cui il 60% finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea) e prevede la messa a dimora di 45.000 piante erbacee e oltre 9.500 piante forestali (arboree e arbustive) nei siti di intervento.
L’obiettivo del progetto è quello di creare le condizioni per favorire la conservazione e lo sviluppo di habitat seminaturali nell’ambiente rivierasco del Medio Brenta, garantirne la permanenza anche oltre la scadenza del finanziamento che ha permesso di realizzarli; parallelamente si mira al miglioramento e a un’integrazione della governance di acqua e della biodiversità attraverso il dialogo con i portatori di interesse, per riuscire a rispondere alle tante esigenze di un territorio ricco di risorse che lamentano però una gestione troppo settoriale e, in alcuni casi, conflittuale.
Nel progetto sono coinvolti i partner Etra in qualità di coordinatore, l’Università di Padova, il Consiglio di Bacino Brenta, Etifor (spin-off dell’Università di Padova), AVISP (ex Veneto Agricoltura), il Comune di Carmignano di Brenta e Veneto Acque.
«Etra, che in questo territorio gestisce sia il servizio idrico che quello dei rifiuti, – sottolinea il Presidente del Consiglio di Etra, Flavio Frasson – ha ben chiaro che la tutela delle risorse idriche passa anche dalla difesa di un ecosistema in salute. Lo testimoniano il suo ruolo di capofila del progetto LIFE Brenta 2030, ma anche l’assunzione della concessione delle aree del Lago di Camazzole vicine ai pozzi e la capacità di aver colto l’opportunità del progetto per integrare elementi innovativi nelle proprie attività istituzionali come la gestione del rischio, la gestione dei rifiuti e l’educazione ambientale. Naturalmente se un progetto complesso come il LIFE Brenta 2030 ha potuto raggiungere risultati importanti è stato grazie al lavoro di gruppo del suo partenariato e dei tanti soggetti con cui ha collaborato dal 2019, a partire dai 15 Comuni che stanno sulle rive del fiume fra Bassano del Grappa e Vigodarzere e che hanno sempre contribuito al lavoro in maniera costruttiva».
«È una dimostrazione – aggiunge Luca Pierobon, Presidente del Consiglio di Bacino Brenta per l’Idrico – di come la nostra consolidata missione di dare da bere ai cittadini acqua buona si fondi sulla tutela della risorsa idrica in un approccio innovativo che investe in tutela della biodiversità e dei cicli naturali: abbiamo imparato che sono i motori della rinnovabilità della risorsa e una garanzia del mantenimento qualitativo della nostra preziosa Acqua. Sappiamo che il fiume Brenta, in questa zona è l’attore principale della ricarica della falda per questo ci impegniamo anche attraverso progetti europei a conservarlo e migliorarne la qualità ambientale».
«La realizzazione degli interventi è solo la punta dell’iceberg di un lavoro durato anni, durante il quale i partner di progetto hanno coinvolto i Comuni, i concessionari e le associazioni di volontari, hanno reperito i fondi e hanno trovato una soluzione ai vincoli e alle prescrizioni emerse durante l’iter di approvazione – continua il Sindaco di Cartigliano, Germano Racchella – . Si tratta di un territorio delicato, fragile e complesso, dove si concentrano i temi della protezione dalle piene, della disponibilità di acqua irrigua, della necessità di tutelare una fonte di acqua potabile che copre le esigenze di quasi un milione di cittadini veneti distribuiti su quattro Province. Ma bisogna ricordare che questa è anche un’area naturalistica protetta in cui sono presenti attività agricole e attorno alla quale si sono sviluppati in gran numero gli insediamenti produttivi e che garantire l’equilibrio tra tutte le esigenze è per noi una priorità».
Condividi questa pagina«Il recente obiettivo del Parlamento Europeo di ripristinare il 30% degli habitat protetti entro il 2030 è un passo significativo verso la tutela della biodiversità – conclude Alessandro Leonardi – Amministratore Delegato di ETIFOR | Valuing Nature –. Come azienda che dal 2019 ha seguito e supportato gli enti locali nella realizzazione di questi interventi ci auguriamo che un contesto normativo semplificato possa facilitare e accelerare le prossime iniziative, così importanti per il futuro del nostro ecosistema».