Luglio 2023, Sono aperti i cantieri ‘verdi’ per il miglioramento ambientale previsti dal progetto LIFE Brenta 2030, un “restauro ecologico” degli habitat per favorire la biodiversità e il ritorno delle specie autoctone co-finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea che vede coinvolti Etra, ente capofila, l’Università di Padova, il Consiglio di Bacino Brenta, Etifor, AVISP (ex Veneto Agricoltura), il Comune di Carmignano di Brenta e Veneto Acque.
«L’area interessata corrisponde al sito Natura 2000 ‘Grave e zone umide del Brenta’ e include una delle zone più importanti del Veneto per i prelievi idropotabili – spiega il presidente di Etra, Flavio Frasson -. È un territorio dall’altissima qualità idrica che fornisce acqua potabile a circa 1 milione di cittadini tra le province di Padova, Venezia e Rovigo. Necessita di un vero e proprio restauro ecologico che trasformerà l’aspetto di molti luoghi recuperando lungo il Brenta gli habitat tipici dell’area grazie a una serie di azioni che si propongono di integrare la tutela della risorsa idrica con la tutela dell’ambiente naturalistico e socio-economico in cui avvengono i prelievi».
Per tutta la durata dei lavori sarà attiva la campagna “Habitat in formazione”, che fornirà aggiornamenti sulle attività di ‘restauro ambientale’ attraverso la pagina Facebook di progetto e su questo sito. Anche i cartelli informativi di cantiere riporteranno i riferimenti ai canali online fornendo ai passanti notizie sui lavori in corso, questo anche per evitare ‘interferenze’: tutti i siti di intervento sono, infatti, altamente frequentati per cicloturismo, picnic, attività sportive e il bacino di utenza di circa 160.000 persone residenti nei comuni interessati, arriva a circa 360.000 se si conta anche la città di Padova.
Il Medio Brenta: uno scrigno di biodiversità
«Il fiume Brenta, tanto prezioso per il nostro territorio, è fortemente alterato dalle attività dell’uomo che modificano i processi naturali e condizionano la presenza di ambienti e specie naturali – ha spiegato Simone Iacopino dell’Università degli Studi di Padova –. Ospita ancora moltissime specie animali e vi troviamo circa la metà delle specie di uccelli che possiamo osservare nell’intero territorio nazionale. Tuttavia, gli insediamenti urbani, le attività agricole e industriali e il prelievo fino al recente passato delle ghiaie trasportate dal fiume hanno cambiato fortemente le naturali dinamiche del fiume favorendo alcuni ambienti a scapito di altri. Gli interventi del progetto LIFE permetteranno di ricostruire quegli ambienti più sfavoriti e sempre meno presenti lungo il Brenta: le paludi con piante legate a condizioni di acqua stagnante».
Gli interventi in programma
Il primo degli interventi previsti dal progetto è già stato ultimato a Marzo 2023 e ha coinvolto l’area dell’Oasi di Crosara a Nove, in provincia di Vicenza. Sono state ricreate le condizioni ambientali simili a quelle di paludi ricche di piante igrofile come il giaggiolo acquatico, la salcerella, carici e giunchi. I prossimi cantieri saranno aperti tra agosto 2023 e la fine dell’anno, nel pieno rispetto della conclusione dei periodi riproduttivi della fauna, a Tezze sul Brenta e Cartigliano (VI) e nel bacino di Camazzole nei comuni di Carmignano di Brenta, Cittadella e Fontaniva (PD). Ad effettuare i lavori è Etra. Tra gli interventi, scavi e riporti per la creazione di aree umide, sistemazione di reti di protezione e realizzazione sentieristica, potatura, taglio arbusti e contenimento della vegetazione, rimozione specie alloctone invasive, impianti vegetali autoctoni (a cura di Etifor e Avisp – Veneto Agricoltura).
«Gli interventi di conservazione consistono in particolare nella creazione di zone e prati umidi, nella riqualificazione di boschi planiziali e di prati aridi degradati e nell’arricchimento di siepi – conclude Frasson –. Permettono di migliorare la biodiversità dell’area, che attualmente si presenta in parte degradata, contribuendo ad incrementare la dotazione di habitat e habitat di specie. Alcuni interventi di conservazione mirano alla tutela della risorsa idrica. È il caso in particolare delle zone umide, che consentono sia di migliorare, in certa misura, il potenziale di stoccaggio idrico del territorio, sia anche, grazie all’azione della vegetazione, la qualità della risorsa idrica».
I siti di intervento
Tezze sul Brenta – zona “Parco dell’amicizia”
• Sono stati rimossi arbusti invasivi come il rovo e il falso indaco (amorpha fruticosa).
• I prati magri da sfalcio verranno arricchiti grazie alla semina e/o al trapianto di specie floristiche idonee.
• Infrastrutture per la riduzione dell’impatto dell’uso ricreativo: posa di bacheche informative, realizzazione di staccionate e ponticelli pedonali, ripristino di sentieri.
Cartigliano – zona “Le Basse del Brenta”
• Sono stati ampliati due laghetti esistenti nel rispetto della vegetazione palustre e della comunità anfibia.
• Sono state create e piantumate nuove zone umide così da garantire la permanenza di acqua stagnante per la maggior parte dell’anno.
• L’intero spazio è stato arricchito con nuove siepi arboree in grado di svolgere una funzione di protezione e “cuscinetto” con la zona industriale circostante e offrire rifugio agli animali.
• I prati magri da sfalcio sono stati arricchiti grazie alla semina e/o al trapianto di specie floristiche idonee.
Carmignano di Brenta – zona “Lago di Camazzole”
• (sponda est) Rimodellamento del terreno e realizzazione di due aree umide così da garantire un costante livello di acqua che assicuri idonee condizioni per la vegetazione palustre.
• (sponda ovest) Realizzazione di prati umidi: scotico e rimodellamento del terreno con impianto di piante igrofile per una maggiore imbibizione del suolo.
• Realizzazione di prati magri: arricchimento floristico mediante semina e/o l’impianto di specie compatibili su due aree a prato da sfalcio.
• Creazione e riqualificazione di boschi umidi planiziali: impianto di specie tipiche e contenimento delle specie esotiche.
• Infrastrutture per la riduzione dell’impatto dell’uso ricreativo e ripristino di sentieri.
Nove – Oasi di Crosara
• Realizzazione di prati magri: arricchimento floristico mediante semina e/o l’impianto di specie compatibili su due aree a prato da sfalcio su un prato da sfalcio dell’estensione di circa 1,8 ha.
• Realizzazione di prati aridi con rimozione di arbusti invasivi autoctoni (densa copertura di rovi) e alloctoni (Amorpha) al fine di ampliare le residue aree che ancora presentano un cotico erboso riconoscibile.
• Miglioramento del cotico erboso mediante la semina a sodo e/o l’impianto di specie tipiche.
Partecipa anche tu!
Anche tu puoi partecipare alla rinascita dell’habitat adottando un albero in uno dei tre siti attivi di Parco Fiume Brenta, attraverso la piattaforma con WOWnature: l’iniziativa che aiuta cittadini, enti e aziende a far crescere nuove foreste e proteggere quelle esistenti, nel rispetto dei più alti standard di gestione forestale come la certificazione del Forest Stewardship Council® (FSC-N001935).