L’area del Medio Brenta coinvolta nella nostra iniziativa è stata inserita fra i siti Natura 2000 con il nome di “ZSC/ZPS IT3260018 Grave e Zone Umide della Brenta“.
Natura 2000 è un sistema di aree naturali presente nel territorio dell’Unione Europea; si tratta di una rete ecologica istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
In questa pagina ti accompagneremo in un viaggio alla scoperta degli ecosistemi che rendono il Medio Brenta così speciale.
Pensa che all’interno di questo sito Natura 2000 sono state individuate più di 70 specie diverse! Il nostro team ha deciso di selezionare per te le tipologie più diffuse che potresti incontrare durante le tue gite alla scoperta del fiume. Puoi scoprirle tutte qui.
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3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto–Nanojuncetea
Vegetazione costituita da comunità anfibie di piccola taglia, sia perenni (riferibili all’ordine Littorelletalia uniflorae) che annuali pioniere (riferibili all’ordine Nanocyperetalia fusci), della fascia litorale di laghi e pozze con acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, su substrati poveri di nutrienti, dei Piani bioclimatici meso–, supra– ed oro–temperato (anche con la Variante Submediterranea), con distribuzione prevalentemente settentrionale; le due tipologie possono essere presenti anche singolarmente. Gli aspetti annuali pionieri possono svilupparsi anche nel macrobioclima Mediterraneo.
photo © https://inpn.mnhn.fr
3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition
Habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche ricche di basi con vegetazione dulciacquicola idrofitica azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione, riferibile alle classi Lemnetea e Potametea.
photo © https://inpn.mnhn.fr
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos
Formazioni arboreo–arbustive pioniere di salici di greto che si sviluppano sui greti ghiaioso–sabbiosi di fiumi con regime torrentizio e con sensibili variazioni del livello della falda nel corso dell’anno. Tali salici pionieri, con diverse entità tra le quali Salix eleagnos è considerata la specie guida, sono sempre prevalenti sulle altre specie arboree che si insediano in fasi più mature. Tra gli arbusti, l’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è il più caratteristico indicatore di questo habitat. Lo strato erbaceo è spesso poco rappresentato e raramente significativo. Queste formazioni hanno la capacità di sopportare sia periodi di sovralluvionamento che fenomeni siccitosi.
photo © http://www.isprambiente.gov.it/
3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho–Batrachion
Questo habitat include i corsi d’acqua, dalla pianura alla fascia montana, caratterizzati da vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente emersi del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion e muschi acquatici. Nella vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del tutto sommersi mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della superficie dell’acqua (Callitricho-Batrachion).
Questo habitat, di alto valore naturalistico ed elevata vulnerabilità, è spesso associato alle comunità a Butomus umbellatus; è importante tenere conto di tale aspetto nell’individuazione dell’habitat.
La disponibilità di luce è una fattore critico e perciò questa vegetazione non si insedia in corsi d’acqua ombreggiati dalla vegetazione esterna e dove la limpidezza dell’acqua è limitata dal trasporto torbido.
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3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p.
Comunità vegetali che si sviluppano sulle rive fangose, periodicamente inondate e ricche di nitrati dei fiumi di pianura e della fascia submontana, caratterizzate da vegetazione annuale nitrofila pioniera delle alleanze Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.. Il substrato è costituito da sabbie, limi o argille anche frammisti a uno scheletro ghiaioso. In primavera e fino all’inizio dell’estate questi ambienti, a lungo inondati, appaiono come rive melmose prive di vegetazione in quanto questa si sviluppa, se le condizioni sono favorevoli, nel periodo tardo estivo–autunnale. Tali siti sono soggetti nel corso degli anni a modifiche spaziali determinate dalle periodiche alluvioni.
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
Comunità di alte erbe a foglie grandi (megaforbie) igrofile e nitrofile che si sviluppano, in prevalenza, al margine dei corsi d’acqua e di boschi igro-mesofili, distribuite dal piano basale a quello alpino.
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6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)
Prati da mesici a pingui, regolarmente falciati e concimati in modo non intensivo, floristicamente ricchi, distribuiti dalla pianura alla fascia montana inferiore, riferibili all’alleanza Arrhenatherion. Si includono anche prato-pascoli con affine composizione floristica. In Sicilia tali formazioni che presentano caratteristiche floristiche diverse pur avendo lo stesso significato ecologico, vengono riferite all’alleanza Plantaginion cupanii.
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91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno–Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
Foreste alluvionali, ripariali e paludose di Alnus spp., Fraxinus excelsior e Salix spp. presenti lungo i corsi d’acqua sia nei tratti montani e collinari che planiziali o sulle rive dei bacini lacustri e in aree con ristagni idrici non necessariamente collegati alla dinamica fluviale. Si sviluppano su suoli alluvionali spesso inondati o nei quali la falda idrica è superficiale, prevalentemente in macrobioclima temperato ma penetrano anche in quello mediterraneo dove l’umidità edafica lo consente.
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Le descrizioni degli habitat di allegato I della Direttiva derivano dal Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (http://vnr.unipg.it).
Tarabùsino
Ixobrychus minutus
Specie presente in modo localizzato come nidificante e migratrice con grado di conservazione non soddisfacente. Fattore decisivo per la scelta del sito riproduttivo è la presenza di canneti sommersi.
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Falco pecchiaiolo
Pernis apivorus
Specie presente in modo localizzato come nidificante e migratrice con grado di conservazione non soddisfacente. Fattore decisivo per la scelta del sito riproduttivo è la presenza di canneti sommersi.
All. I della Dir. Uccelli
Photo © Bernard Dupont
Falco di palude
Circus aeruginosus
Specie comune come migratrice e rara come svernante nel sito Natura 2000. Esige ampie superfici paludose o umide non disturbate con abbondante fauna, specialmente di uccelli di ambienti acquatici. Specie con stato di conservazione non soddisfacente (trend in diminuzione).
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Mignattino comune
Chlidonias niger
Specie che predilige ampi specchi d’acqua stagnante, con abbondante vegetazione idrofitica e presenza di invertebrati. Il suo stato di conservazione non è soddisfacente (trend fluttuante).
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Succiacapre
Caprimulgus europaeus
Presente nel sito Natura 2000 come nidificante e migratrice. Esige ambienti poco disturbati in cui si alternano superfici erbose a tratti con vegetazione rada dove utilizza gli arbusti come posatoio. Specie con stato di conservazione non soddisfacente (trend in diminuzione).
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Martin pescatore
Alcedo atthis
Esige corpi d’acqua non profondi con abbondante fauna ittica di piccole dimensioni. Inverni rigidi solitamente causano un crollo della popolazione. Nel sito Natura 2000 è presente in modo localizzato come nidificante, svernante e migratrice. Specie con stato di conservazione non soddisfacente (trend in diminuzione).
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Garzetta
Egretta garzetta
Specie comune con grado di conservazione soddisfacente e presente come svernante e migratrice nell’area di progetto. Gli elementi lineari nonché aree di canneto limitrofe possono fornire un sito per questa specie all’interno dell’area di progetto.
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Nitticora
Nycticorax nycticorax
Specie localizzata con grado di conservazione soddisfacente e presente come migratrice. Gli elementi lineari nonché aree di canneto limitrofe possono fornire un sito per questa specie all’interno dell’area di progetto.
All. I della Dir. Uccelli
Photo © http://natura2000.eea.europa.eu/
Tritone crestato italiano
Triturus carnifex
Nella Pianura Veneta la sua presenza è frammentaria, localizzata in biotopi con condizioni naturaliformi, con ristagni d’acqua superficiali e terreni poco disturbati e alterati. Nel sito Natura 2000 la specie ha una diffusione localizzata con uno stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. II e IV della Dir. Habitat
Photo © natura2000.eea.europa.eu/
Rospo smeraldino
Bufo viridis
Specie molto adattabile che si insedia lungo la costa adriatica fin sulle isole e scanni deltizi. Nel sito Natura 2000 la specie è comune e ha uno stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Rana di Lataste
Rana latastei
Specie molto adattabile che si insedia lungo la costa adriatica fin sulle isole e scanni deltizi. Nel sito Natura 2000 la specie è comune e ha uno stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. II e IV della Dir. Habitat
Photo © natura2000.eea.europa.eu/
Raganella italica
Hyla intermedia
Nel territorio regionale risulta diffusa in particolar modo nelle aree planiziali in aree caratterizzate da una notevole copertura arboreo – arbustiva. Nel sito Natura 2000 la specie ha una diffusione localizzata con uno stato di conservazione insoddisfacente (trend stabile).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Rana verde
Pelophylax kl. esculentus
Specie comune e diffusa in tutta la Pianura Veneta. Pur vivendo in un’ampia varietà di ambienti d’acqua dolce, preferisce specchi stagnanti estesi ed assolati. Specie con uno stato di conservazione soddisfacente (trend stabile).
All. V della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Testuggine palustre europea
Emys orbicularis
Nella Pianura Veneta la sua presenza è frammentaria, localizzata in biotopi con condizioni naturaliformi, con ristagni d’acqua superficiali e terreni poco disturbati e alterati. Nel sito Natura 2000 la specie ha una diffusione localizzata con uno stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. II e IV della Dir. Habitat
Photo © natura2000.eea.europa.eu/
Ramarro occidentale
Lacerta bilineata
Presente in gran parte del territorio del Veneto. Frequenta maggiormente gli ambienti ecotonali con vegetazione erbacea ed arbustiva fitta. Osservata più comunemente lungo argini e terrapieni, in alvei fluviali arbustati e in siepi e boschetti campestri. Specie con stato di conservazione non soddisfacente (trend in diminuzione).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Lucertola muraiola
Podarcis muralis
Tra i rettili, è la specie più diffusa nel Veneto. Specie adattabile, in grado di vivere in ambienti molto alterati. Frequenta comunemente ambienti antropizzati ma anche gli alvei fluviali dove si alternano aree sassose e zone con vegetazione densa. La popolazione ha risentito dell’utilizzo di fitofarmaci e della semplificazione di ambienti agrari. Specie con stato di conservazione non soddisfacente (trend in diminuzione).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Biacco
Hierophis viridiflavus
Specie comune, presente dalle zone costiere all’ambiente montano. Predilige substrati asciutti, specialmente se rocciosi, in cui ci sia una copertura arbustivo – arborea discontinua. L’agricoltura intensiva ha causato una contrazione delle aree frequentate dal biacco. Specie con stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Natrice tassellata
Natrix tessellata
Specie legata agli ambienti umidi, in particolar modo alle acque correnti dolci ma anche salmastre. Tra i fattori limitanti la specie vi sono il degrado dei corsi d’acqua e degli ambienti ripariali. Specie con stato di conservazione insoddisfacente (trend in diminuzione).
All. IV della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Lampreda padana
Lethenteron zanandreai
Specie endemica per il Veneto il cui areale di distribuzione è in forte contrazione. Molto sensibile all’alterazione degli habitat, è pertanto indice di elevata qualità dell’acqua e di un buono stato di conservazione dell’ambiente fluviale. Lo stato di conservazione di questa specie è gravemente insufficiente (trend in diminuzione).
All. II della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Trota marmorata
Salmo (trutta) marmoratus
Specie tipica del bacino padano. È presente in gran parte del corso d’acqua all’interno dell’area Natura 2000. Predilige acque limpide, fresche e ben ossigenate, con fondali ciottolosi e ghiaiosi. Specie con stato di conservazione sufficiente.
All. II della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Barbo canino
Barbus meridionalis
Specie tipica dei tratti fluviali pedemontani e collinari. Ha una valenza ambientale ristretta esigendo acque ricche di ossigeno, con corrente vivace e fondo ciottoloso. Presente in modo saltuario nel tratto padovano del sito Natura 2000.
All. II della Dir. Habitat
Photo © wikimedia.commons
Savetta
Chondrostoma soetta
Specie tipica dei tratti fluviali pedemontani e collinari. Ha una valenza ambientale ristretta esigendo acque ricche di ossigeno, con corrente vivace e fondo ciottoloso. Presente in modo saltuario nel tratto padovano del sito Natura 2000.
All. II della Dir. Habitat
Photo © ittiofauna.org
Cobite comune
Cobitis taenia
Specie tipica di fondo dove vive acquattata tra la vegetazione e la sabbia. La sua presenza è occasionale nel tratto vicentino del Brenta mentre è più abbondante nel tratto padovano. Il suo stato di conservazione è buono.
All. II della Dir. Habitat
Photo © ittiofauna.org
Barbo comune
Barbus plebejus
Specie gregaria che predilige le acque di fondovalle o dell’alta pianura con portate idriche medio–alte. Il fiume Brenta ospita popolazioni abbondanti e ben strutturate in entrambi i tratti vicentino e padovano. Il Brenta infatti offre a questa specie il suo habitat ideale. Specie con stato di conservazione buono.
All. II della Dir. Habitat
Photo © ittiofauna.org
Scazzone
Cottus gobio
Specie tipica di fondo dove vive tra i sassi. Specie sensibile all’inquinamento che predilige le acque limpide e ben ossigenate. Lungo il Brenta è presente in modo uniforme dalla sorgente alla stazione di Grantorto (PD).
All. II della Dir. Habitat
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Ferro di cavallo maggiore
Rhinolophus ferrumequinum
Specie presente dalla costa alle zone alpine. Comune specialmente nella fascia collinare mentre in pianura sono presenti piccoli gruppi o individui isolati. Legato alle cavità sotterranee ma frequenta anche case abbandonate e come aree di caccia si serve dei muri di edera presenti anche su edifici e monumenti scarsamente manutenuti. Unica specie di rinolofide che risulta in buona salute in Veneto.
All. II della Dir. Habitat
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Vespertilio di Daubenton
Myotis daubentonii
Presente dalla costa a zone di montagna. Specie legata fortemente agli ambienti acquatici come laghi, stagni, anse di fiumi e pozze di abbeveraggio. L’aumento della specie registrato in tutta Europa è stato attribuito in primo luogo alle nuove tecniche di rilevamento ma secondo alcuni ricercatori potrebbe essere legato all’eutrofizzazione dei corsi d’acqua ed al conseguente aumento della massa di insetti.
All. IV della Dir. Habitat
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Pipistrello albolimbato
Pipistrellus kuhlii
È la specie di pipistrello più comune nel territorio regionale. Specie termofila presente nelle zone costiere, in pianura ed in collina. È una specie antropofila che si rifugia specialmente in edifici e caccia sotto i lampioni stradali ma anche in aree prive di illuminazione artificiale. È tra le poche specie di pipistrelli considerati in espansione in Italia.
All. IV della Dir. Habitat
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Nottola comune
Nyctalus noctula
Specie presente nelle zone costiere ed in pianura. Specie forestale con tendenza antropofila. Segnalata frequentemente in parchi urbani e nelle alberature stradali. Predilige le cavità degli alberi come rifugi. Caccia principalmente sopra specchi d’acqua, prati e zone umide. In primavera la specie migra verso sud.
All. IV della Dir. Habitat
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Pipistrello di Savi
Hypsugo savii
Specie molto plastica, presente dalle zone costiere alle zone montane, dalle zone agricole alle grandi città. Frequenta molti tipi di habitat. Predilige cacciare in ambienti aperti come zone rurali con presenza di corsi d’acqua e siepi arborate ma anche centri urbani e parchi cittadini.
All. IV della Dir. Habitat
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Serotino comune
Eptesicus serotinus
Specie sedentaria diffusa dal livello del mare fino ai 1800 m di quota. Come siti di caccia solitamente frequenta margini boschivi, zone agricole e pascoli ma anche aree urbane. Trattandosi di una specie sinantropica sembra aver risentito relativamente meno della degradazione di ambienti naturali e della perdita di ambienti agrari tradizionali il cui recupero è comunque utile al fine della conservazione della specie.
All. IV della Dir. Habitat
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Licena delle paludi
Lycaena dispar
Presente nella bassa pianura veneta. Vive in ambienti acquitrinosi in presenza di vegetazione igrofila spontanea con o senza presenza di alberi o arbusti. Specie minacciata dalla riduzione e scomparsa di paludi, acquitrini e prati umidi e dalle tradizionali attività di gestione di questi ambienti. Risulta fondamentale garantire la presenza di corridoi ecologici tra i siti dove la specie è segnalata.
All. II e IV della Dir. Habitat
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Bucaneve
Galanthus nivalis
Specie comune in collina e montagna, rara nel settore planiziale. Si trova in diversi boschi purché umidi e ricchi di humus. Unica specie vegetale di allegato della direttiva Habitat presente nel sito Natura 2000. Un’elevata frequentazione del sito con eccessivo calpestio può minacciare la conservazione della specie.
All. V della Dir. Habitat
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